
Venice Open Stage per la rigenerazione urbana

Il Venice Open Stage non vede Venezia solo come scenografia, ma ha l’ambizione di agire attivamente sul territorio metropolitano rappresentandone uno degli eventi principali legati alle arti performative.
L’obiettivo che da nove anni persegue Cantieri Teatrali Veneziani, associazione culturale organizzatrice del festival in collaborazione con il Comune di Venezia, è quello di stimolare un processo che riporti la città, intesa come di terra e d’acqua, ad essere un centro che genera cultura, non soltanto una vetrina.
Questa cultura non nasce soltanto dal teatro, dalle performance di ogni genere, dai laboratori e dagli eventi organizzati tra luglio e agosto dal Venice Open Stage in più luoghi, ma dal profondo legame germinato negli anni con il territorio nel quale il festival prende vita.
Quando Gigi Dall’Aglio decise di portare fuori dall’accademia il suo lavoro di regista e professore universitario e di regalarlo alla città, piantò il seme da cui si è generato ed è evoluto negli anni un rapporto di reciprocità tra il Venice Open Stage e chi lo frequenta, sia esso autoctono o viaggiatore.
Tanti sono i progetti legati alla partecipazione e alla rigenerazione urbana a cui l’organizzazione sta lavorando per la IX edizione, sperando che le contingenze epidemiche si evolvano per il meglio, permettendo uno svolgimento il più possibile libero dell’evento.
Il festival è una realtà che è cresciuta insieme a un angolo sempre più esteso della città, ne ha interiorizzato le problematiche e raccolto le istanze nei momenti più difficili.
Il Venice Open Stage non è solo “a Venezia” ma è parte integrante dell’inestimabile patrimonio culturale immateriale della città e contribuisce ogni anno a mantenerlo vivo ed arricchirlo.
David Angeli